Alain Parguez, celebre economista francese, ha provato a
chiederne una copia ad istituzioni europee competenti in materia, tuttavia gli
è stato negato.Si deduce che quindi è praticamente impossibile averne un
fascicolo da leggere e studiare. Perché? Ma è chiaro, il motivo di questo
oscurantismo è mantenere il popolo italiano nell' ignoranza al fine di non
fargli conoscere il contenuto e il vero significato di questa manovra.
Fortunatamente, il nostro blog contiene alcuni articoli dell pacchetto fiscale, pervenuteci da
http://paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=327
Ecco elencati alcuni tra gli articoli più importanti della
manovra:
Fiscal Compact nel TITOLO III art. 3/1 a) - 3/2.
Uno Stato che dà ai propri cittadini e alle proprie aziende
più denaro di quanto gliene tolga in tasse, cioè che spenda a deficit di
bilancio, sarà illegale e anticostituzionale. Dovrà come minimo fare il
pareggio di bilancio, ma meglio ancora se farà il surplus di bilancio, cioè
dovrà impoverirci, matematicamente. Questa regola dovrà essere inserita nella
Costituzioni degli Stati firmatari, o in leggi egualmente vincolanti.
Fiscal Compact nella premessa a pag. 2.
Se uno Stato non iscrive nella Costituzione o in leggi
egualmente vincolanti l’obbligo di impoverire i propri cittadini e aziende
attraverso il pareggio di bilancio o il surplus di bilancio, verrà giudicato
dalla Corte Europea di Giustizia, che ha potere di sentenze sovranazionali,
cioè vincolanti per tutti gli Stati aderenti.
Fiscal Compact nel TITOLO III art. 3/1 e) - 3/2.
Uno Stato che volesse ignorare tutto ciò, verrà messo sotto
accusa automaticamente (excessive deficit procedure), e di conseguenza dovrà
correggersi presentando un piano dettagliato di correzioni che eliminino
politiche di deficit di bilancio per introdurre quelle di surplus o di pareggio
(sono le famigerate austerità che ben conosciamo: tagli alla spesa pubblica).
Le correzioni saranno dettate dalla Commissione Europea (20
tecnocrati non eletti, aggiungerei).
Fiscal Compact nel TITOLO III art. 5/1 a) – art. 8/1 – 8/2.
Se lo Stato sotto accusa non si corregge, e cioè se si rifiuta di impoverire i propri cittadini e
aziende attraverso il pareggio di bilancio o il surplus di bilancio, la
Commissione Europea lo denuncerà agli altri Stati, i quali lo denunceranno alla
Corte Europea di Giustizia, che ha potere di sentenze sovranazionali, cioè
vincolanti per tutti gli Stati aderenti. Se questa Corte condannerà lo Stato
recalcitrante, e se quest’ultimo comunque si rifiuterà di impoverire i propri
cittadini
e aziende attraverso il pareggio di bilancio o il surplus di
bilancio, la Corte potrà condannare lo Stato disubbidiente a una multa che per
l’Italia ammonterebbe a 2 miliardi di Euro.
Fiscal Compact nel TITOLO III art. 8/1 – 8/2.
Il potere di denunciare alla Corte Europea di Giustizia uno
Stato che si rifiuta di impoverire i propri cittadini e aziende attraverso il
pareggio di bilancio o il surplus di bilancio (e quindi di sottoporlo al
processo ulteriore della Corte per le punizioni monetarie finali) è riservato
anche a un solo singolo Stato della zona Euro, anche se la Commissione Europea
non ha dato alcun parere negativo conto lo Stato sotto accusa.
Fiscal Compact nella premessa a pag. 3.
Il risultato della condanna da parte della Corte Europea di
Giustizia di uno Stato che si rifiuta di impoverire i propri cittadini e
aziende attraverso il pareggio di bilancio o il surplus di bilancio, non sarà
solo una pesantissima multa di miliardi di Euro, ma si traduce anche in una
“costrizione” assoluta per questo Stato di correggere il bilancio verso il
pareggio o il surplus.
Fiscal Compact nel TITOLO III art. 7.
Quando scatta la procedura di denuncia di uno Stato che si
rifiuta di impoverire i propri cittadini e aziende attraverso il pareggio di
bilancio o il surplus di bilancio, gli altri Stati della zona Euro si prendono
l’impegno di sostenere quella denuncia. Potranno rifiutarsi solo se troveranno
un sostegno dalla maggioranza dei medesimi Stati. Cioè, per contrastare
l’azione punitiva e arbitraria anche di un solo Stato tutti gli altri dovranno
trovare una maggioranza (impossibile,
oserei dire..).
Fiscal Compact nel TITOLO III art. 6.
Dalla firma di questo Fiscal Compact in poi, uno Stato della
zona Euro dovrà chiedere approvazione alla Commissione Europea e al Consiglio
Europeo prima di emettere i propri titoli di Stato. Anche qui la funzione
primaria di autonomia di spesa dello Stato sovrano è cancellata.
Fiscal Compact nel TITOLO V art. 12/5 – art. 13.
All’unico organo europeo legittimamente eletto dai
cittadini, cioè il Parlamento Europeo, è riservato questo: il suo presidente
“potrebbe” essere invitato ad ascoltare le decisioni dei tecnocrati della
Commissione e del Consiglio. Ai parlamenti nazionali e al Parlamento Europeo è
concesso di formare una conferenza di rappresentanti che potranno“discutere”
(non bocciare) le decisioni prese dai tecnocrati.
Fiscal Compact nel TITOLO I art. 1/1.
Il Fiscal Compact richiede a tutti gli Stati della zona Euro
di promettere sostegno e fedeltà alla Moneta Euro e all’unione economica, al
fine di promuovere “crescita, impiego e competitività” (cioè come dire:
sostenere un’alluvione per promuovere l’agricoltura,).
Fiscal Compact nella premessa a pag. 4.
Se uno Stato dovesse aver bisogno si sostegno finanziario
europeo attraverso un salvataggio da parte del Meccanismo Europeo di Stabilità,
non avrà un singolo Euro se prima non avrà firmato il Fiscal Compact e non lo
avrà obbedito in toto.
(la Grecia dovrà quindi farlo e comunque morirà sotto
tortura, i prossimi siamo noi)
Fiscal Compact nella premessa a pag. 4.
In ultimo, il Fiscal Compact impone il rispetto del patto a
tutti gli Stati firmatari dell' Europact. Adottato dai capi di governo
dell’Eurozona il 24 marzo 2011, stabilisce che la competitività sia giudicata
solo in rapporto al contenimento degli stipendi e all’aumento della
produttività; che gli stipendi pubblici debbano essere tenuti sotto controllo
per non danneggiare la competitività; che la sostenibilità del debito nazionale
sia giudicata a seconda della presunta generosità di spesa nella Sanità, Stato
Sociale, e ammortizzatori sociali; che le pensioni e gli esborsi sociali devono
essere
riformati “allineando il sistema pensionistico alla
situazione demografica nazionale, per esempio allineando l’età pensionistica
con l’aspettativa di vita”.
Vi assicuro che non ci vuole un economista per capire che il
Fiscal Compact peggiorerà la condizione della popolazione europea. In sostanza,
la spesa pubblica ne risentirà moltissimo e di conseguenza il benessere della
società diminuirà in maniera esponenziale. Fortunatamente, cari lettori, adesso
sapete qualcosa di più su questa aberrante manovra, quindi quando sentirete il
telegiornale parlarne in maniera opposta a quanto appreso da questo articolo,
traete le vostre
conclusioni.
Ricordate il grafico elaborato da link Ro Pareto? In
Europa è lo stesso, solo che deve essere aggiunta una retta parallela e
sottostante a quella della bilancia estera [retta parallela all’ asse x, delle
ascisse, passante per il punto A(0,-3)]. In Europa infatti se si seguono le
regole del “Fiscal Compact”, firmato il 2 marzo 2012, il deficit statale non
deve superare il 3% del PIL(se il PIL è 100€, lo stato può al massimo spendere 3€
a deficit, cioè per i suoi cittadini). In questo grafico lo stato è
rappresentato da un punto collocato nel piano: il punto C rappresenta un paese
soggetto al Fiscal Compact, mentre lo stato definito dal punto B no. Ricordo
che la linea tratteggiata rappresenta il discriminante tra surplus e deficit
statale, ovvero pareggio di bilancio. Quindi se una stato si trova a destra
della linea significa che il governo a speso per i suoi cittadini, mentre se si
trova a sinistra vuol dire che ha ritirato più di quanto ha immesso in società
(surplus). Le due aree sono esattamente della stessa dimensione, tuttavia con
l’introduzione del Fiscal Compact le cose sono cambiate. Premettendo che uno
stato non può sopravvivere se si trova a sinistra del grafico poiché politiche
di surplus di bilancio sono profondamente deleterie nei confronti dei
cittadini, esso deve necessariamente stare a destra della bisettrice Y=X. A
causa però del introduzione del Fiscal Compact, sappiamo che uno stato non può
trovarsi sotto la linea del 3% del PIL, quindi l’ unica area (colorata in
giallo) disponibile rimane il piccolo triangolino individuato dalla linea
tratteggiata, dall’ asse y (deficit o surplus statale) e dalla retta che
parallela all’ asse x. C’ è ancora un
piccola area in cui lo stato può sopravvivere, essa implica però che lo stato
si trovi a sinistra della linea tratteggiata, a patto che esso esporti più di
quanto importi. Cioè se lo stato attua surplus di bilancio toglie alla popolazione
più di quanto le ha dato, ma se il settore dell’ export è molto forte,
significa che i cittadini ricevono soldi dall’ estero vendendo i propri
prodotti, quindi si riesce a compensare l’ inefficienza statale. In definitiva
, bene o male la popolazione riesce a sopravvivere. Se però il settore degli
export è poco sviluppato e lo stato si trova alla sinistra della bisettrice
allora vi è morte certa. Tuttavia è estremamente difficile mantenere in
attivo il settore privato, Infatti non succede a nessuno dei paesi della zona
euro come mostrano i seguenti grafici. Nemmeno la Germania rispetta le regole
del Fiscal Compact. Ogni punto rappresenta la posizione
del paese ogni anno dal 1996. Ricordate le aree dove il settore privato non
sopravvive e giudicate. Il Portogallo ad esempio, essendo in deficit sulla
bilancia commerciale, doveva ricadere nel triangolo, ma ciò non è mai avvenuto.
Praticamente
tutti gli anni o gli stati salvano il settore privato trasgredendo il patto di
bilancio, oppure, provando a rispettarlo senza
quasi mai riuscirci, impoverivano la popolazione. E’ criminoso tutto
questo, e deliberatamente voluto come leggerete.
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