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martedì 27 novembre 2012

LA MONETA MODERNA

Perché esiste il denaro, come è nato storicamente? Il denaro nasce in Mesopotamia come un credito contro un debito. Chi aveva prodotti da scambiare concedeva un credito a un cliente che in cambio gli consegnava una tavoletta di argilla con su scritto quanto gli doveva dare. Ancora oggi la moneta ha questa funzione. Pensiamo a cosa succede quando andiamo da un negoziante a comprare qualcosa. Noi consegniamo al negoziante del denaro (un bene finanziario), lui in cambio ci consegna l’oggetto che desideravamo (un bene reale), ad esempio una camicia. Quel denaro è un credito che il negoziante si può spendere per comprarsi a sua volta qualcosa che gli interessa, ad esempio un paio di pantaloni. Qual è stato il risultato finale? Il cliente ha ricevuto una camicia, e indirettamente ha ceduto al negoziante un paio di pantaloni. E’ una forma di baratto a dilazione molto più sofisticata e funzionale. Infatti se il denaro non esistesse il cliente che desiderava la camicia per poterla ottenere avrebbe dovuto studiare e indovinare i gusti del negoziante per proporli in scambio di quella camicia un paio di pantaloni di suo interesse. Capite che sarebbe un sistema scomodo. Col denaro invece ci si scambia una rappresentazione oggettiva di valore (denaro appunto) che può essere spesa a piacimento da chi lo detiene.
La moneta moderna inizia con l’era del cartalismo. Georg Friedrich Knapp fu l’economista che diede inizio all’era cartalista. Knapp comprese che il debito di uno stato non è mai un problema se questo è denominato nella valuta legale. Infatti lo stato mantenendo il monopolio della gestione di politica monetaria se necessita di finanziare può battere moneta e comprare tutto il necessario. Se anzi chi gestisce la cosa pubblica capisse questo, le nazioni  non si sarebbero mai nemmeno indebitate perché in caso di necessità avrebbero potuto creare la propria valuta e comprarsi ciò che volevano. Il problema può nascere se il debito di uno stato è denominato in una valuta straniera che non può emettere o comunque da beni fisici reali come ad esempio in oro. La Germania uscita dalla Prima Guerra mondiale ad esempio aveva un debito di 142 miliardi di marchi-oro, ecco perché questo rappresentava un debito reale. Knapp aveva compreso che uno stato può denominare come propria moneta qualsiasi cosa: conchiglie, acqua, sedie, carta colorata..
Se si decide di denominare moneta qualcosa legato ad un bene reale lo stato avrà limiti di spesa perché potrà spendere fino a che non avrà esaurito le scorte di ciò che chiama moneta. Viceversa
Se decide di denominare moneta qualcosa che nella realtà non esiste e che si inventa lo stato (lire, yen, dollari..), non potrà mai esaurire la sua moneta, esattamente come un tabellone segna puntisportivo non potrà mai esaurire i numeri che compaiono su di esso. La moneta moderna si basa proprio su questo principio. La moneta è un bene finanziario. In economia si distinguono due tipi di beni: beni reali e beni finanziari. I beni reali sono prodotti dotati di materialità o servizi; i beni finanziari non trovano riscontro nella realtà come le assicurazioni. La moneta fa parte dei beni finanziari. Uno stato può creare molta moneta, ma se a questa non corrisponde poi un proporzionale aumento dei beni reali, una nazione si è arricchita soltanto finanziariamente, ma dal punto di vista reale non avendo prodotto alcun nuovo bene, ha sempre lo stesso valore di prima.
Questa rapida prospettiva sulla moneta ci deve aiutare a comprendere che uno stato non la può esaurire mai. E cosa serve che non la esaurisca? Creando nuova moneta lo stato può spenderla per nuove attività produttive, fino a che ogni uomo abile al lavoro non svolga una effettiva professione. Questo determina la piena produzione nazionale. La piena produzione è una condizione economica in cui tutte le forze lavorative disponibili sono effettivamente impiegate. Se lo stato provvede ad impiegarle con giudizio può far sì che vengano prodotti tutti i beni che la domanda richiede. Se lo stato non potesse emettere moneta non potrebbe fare lavorare tutta la popolazione. Se non tutta la popolazione lavora significa che una parte di essa è improduttiva e quindi vive a spese del lavoro altrui impoverendo tutti. La disoccupazione è prima di tutto un crimine sociale, secondariamente un freno allo sviluppo economico di una nazione.
Ultima nota: se non vogliamo inflazione, ma vogliamo che aumenti il PIL, alla crescita di quantità di prodotti in circolo, deve corrispondere una crescita di quantità di moneta; questo favorisce stabilità dei prezzi e crescita. Se lo stato non potesse creare nuova moneta quindi non potrebbe aumentare il suo PIL, e questo sarebbe un problema soprattutto per nazioni sottosviluppate e poverissime.

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